La Sanità a Bologna…alcuni paradossali disservizi che ti lasciano senza parole….

La Sanità a Bologna…alcuni paradossali disservizi che ti lasciano senza
parole….
Calderara di Reno, 26/05/2012
Lettera aperta
all’Assessore Giunta
Regionale Politiche per la salute Carlo Lusenti
e.p.c
agli Organi di stampa
In questi giorni, a causa di un
lieto evento, sto vivendo la sanità locale in prima persona ed in maniera
continua. Sinceramente, sia come cittadino che professionalmente come avvocato
di Federconsumatori che si occupa da sempre dei diritti dei consumatori-utenti,
non pensavo che fossimo in uno stato organizzativo (e paradossale) come quello
che descriverò. Pur rimanendo l’alto profilo di professionalità e ricerca che
contraddistingue la sanità bolognese, non posso fare a meno di rilevare
situazioni, vissute in prima persona in meno di 48 ore, che vanno al di la
della normalità e che meritano di essere denunziate, capite e risolte. Così,
infatti, direi che non va bene…
Ecco i fatti, degni di una
sceneggiatura.
Il ginecologo, appurata la
gravidanza di mia moglie, prescrive degli esami di routine in questi casi,
alcuni dei quali peraltro vanno fatti entro un determinato tempo, perché
necessari per accertare eventuali anomalie e/o problematiche sul feto.
Primo esame Bi-test (test combinato). Chiamiamo
al Sant’Orsola, risposta “è tutto pieno, mi dispiace”; ok, chiamiamo al
Maggiore, risposta “è tutto pieno, mi dispiace, se vuole a pagamento lo
possiamo fare”; ok, chiamiamo Bentivoglio, risposta “non lo facciamo”;
chiamiamo l’ultimo centro che fa questo esame, Ospedale di Bazzano, risposta,
veramente paradossale per usare un eufemismo, “poiché lei non è seguita da noi,
ma dal Sant’Orsola, non glielo possiamo prenotare perché non è seguita da noi
per tutta la maternità”. Complimenti, alla faccia del servizio pubblico. A
questo punto, dovendo essere eseguito entro la 13esima settimana, optiamo per
la prenotazione a pagamento per l’Ospedale Maggiore.
Secondo esame Treponema pallidum
anticorpi (TPHA) insieme ad altri esami del sangue. Naturalmente occorre fare
prima la prescrizione dal medico curante. Si va dal medico curante presso l’ambulatorio
medicina di gruppo di via dello Sport, Calderara, alle ore 18.00 di giovedì 24
maggio, in orario di ricevimento. Tutto chiuso. A questo punto, telefono al
medico al cellulare il quale mi dice “sono assente, ma sono sostituito da altro
collega, se ha chiuso è perché non ha visto più nessuno”; gli preciso che sono
le ore 18.00 e che l’ambulatorio deve garantire reperibilità ed apertura sino
alle 19.30, mi risponde “ha ragione, non so cosa dirle….”. Complimenti, alla
faccia del servizio pubblico.
Ritorno l’indomani mattina, dalle
08.45 riesco ad entrare dal medico-sostituto, dopo una estenuante fila “arricchita”
dagli informatori scientifici, alle ore 10.00. Nel frattempo, assisto veramente
a scena per così dire indegna, ed anche qui uso un eufemismo. Toilette dell’ambulatorio
chiusa con scritto cartello “bagno guasto”, gli altri pazienti mi dicono che è
così da almeno 10 giorni. Un povero anziano, con evidenti necessità, bussa dal
medico e gli chiede “potrebbe darmi la chiave del bagno “privato” (esiste,
infatti, altro bagno per gli “addetti ai lavori”); risposta arrogante del
medico “ma che chiave…se deve andare in bagno vada al bar”… Complimenti, alla
faccia del servizio pubblico.
Finalmente entro, faccio fare le
mie prescrizioni e poi vado al Cup della Farmacia che cortesemente mi informa
che l’esame TPHA non gli risulta a sistema. Mi indica il n. 800033033 del
Servizio Sanitario Regionale a cui dovrò rivolgermi per avere delucidazioni.
Cosa che faccio sabato 26 maggio. Mi comunicano che questo esame viene fatto solo
nel distretto Ausl di Imola (Imola, Castel San Pietro, etc. etc.). Ok, ne
prendo atto e chiedo la modalità di prenotazione ed in particolare se si può
prenotare in un CUP. La risposta mi agghiaccia “si, certo, ma lei deve andare
in un Centro Cup del Distretto Ausl di Imola, perché da Bologna non si può…anche
se Imola è sempre in provincia di BO”. Mi metto in macchina e vado a Castel San
Pietro dove faccio finalmente la mia prenotazione presso l’Ospedale, dove
dovremo eseguire il prelievo e successivamente tornare per il ritiro del
referto. Complimenti, alla faccia del servizio pubblico… esame di prassi ed
importante, che in tutto il distretto di Bologna non viene fatto, esclusiva
distretto Ausl di Imola, dove si andrà tre volte (una volta per prenotare,
perché dal Cup di Bologna non si può e nemmeno on line, una volta per eseguire
l’esame, ed un'altra per ritirare il referto. Totale 216 km, di cui 72 (la
volta dell’esame) con una donna incinta, peraltro con gravidanza a rischio.
Complimenti, alla faccia del servizio pubblico
Sinceramente queste 48 ore mi
hanno scioccato. Non pensavo tutto questo, qui, nel ns territorio. Veramente
veramente grave. Il Bi-test (test combinato) tutto pieno, tranne Bazzano che dà
una risposta (vedi sopra) alquanto singolare e che non ritengo legittima; dove
sta scritto che non mi date la prenotazione perché mia moglie non è seguita da
voi? L’esame TPHA solo nel distretto di Imola, con annesse peripezie per
prenotarlo; l’arroganza del medico di base dinanzi ad un povero anziano che
giustamente faceva notare di dover andare in bagno e che il bagno non funziona
da settimane, etc, etc, etc. Dalla serie, boh, non ho parole.
Ok, personalmente ho la
possibilità di fare le gite fuoriporta e di pagare per far subito un esame che
va fatto entro un determinato periodo (test combinato). Ma chi non può? Chi non
ha le possibilità, non solo economiche ma anche logistiche di spostarsi e
peregrinare… a me sembra tutto paradossale, terribilmente paradossale. C’è
qualcosa che non va….
Caro assessore Lusenti, che dirle…
cerchiamo di correggere questi disservizi perché altrimenti, gioco forza, la
professionalità dei medici e delle strutture che ci contraddistingue viene
offuscata dai paradossali e gravi disservizi sopra descritti.
Sicuro di un intervento risolutore e rimanendo in attesa di
cortese risposta,
Cordialmente
Avv. Giampiero Falzone